Prologo
Scrivo quest’articolo ai miei amici giornalisti, a chi ha l’intenzione di entrare in questo campo e in modo particolare alle persone che manipolano le informazioni, positivo o negativo.
1. Libertà della stampa e democrazia
Lo sfondo di qualsiasi discussione umana, oggi, dovrebbe essere la democrazia. Non ci sono gli stati pienamente democratici in questo mondo e non ci saranno mai. In senso pieno o assoluto la democrazia è uno stato “utopico”, in parte come quello dei comunisti (sappiamo cosa è accaduto ai comunisti in Russia, per esempio, lo stato che doveva prevedere tutti i bisogni dei cittadini, è stato trasformato in una forma di dittatura. Non sappiamo che sistemi nasceranno con la "democrazia" corrotta.). Il rischio è sempre legato, non alle decisioni, ma agli uomini che occupano il potere (ethos degli uomini che vogliano occupare il potere, dovrebbe essere un servizio ai propri simili. Purtroppo, oggi, la politica è quella cosa, senza la quale una società umana diventa caotica e, con la quale una società potrebbe diventare un teatro delle maschere, ove tutti pretendono d’essere qualcosa: non è realtà! Un tiranno può balbettare benissimo sotto una maschera da democratico, fare discorsi retorici sui diritti umani, è in realtà i diritti umani diventano i diritti delle persone che occupano il potere e non di tutti gli uomini). Il denaro in questo mondo, sembra un fenomeno che domina il mondo. In realtà, il denaro è il mezzo più efficace di tutti i mezzi disponibili all’uomo per comprare il potere. Così il denaro è diventato l’obiettivo di tutte le persone che aspirano al potere in qualsiasi modo (su questo punto v’invito a leggere il mio articolo sul dialogo in questo blog: Dialogo è la sinergia della vita umana).
Il maggior rischio oggi è la corruzione, che partendo da un piano singolare ed arriva a quella nazionale ed internazionale. Essa è accelerata e nascosta dalla nuova tecnologia. In una situazione tale, è possibile sperare in un giornalismo libero che serve, che diventa la voce di un popolo? È un problema serio, un cancro che è diffuso in tutto il mondo. Se da una parte abbiamo bisogno di mantenere la democrazia, d’altra parte noi non siamo in grado, di essere responsabili per un impegno così importante da perseguire con onestà. Oggi uno dei grandi problemi del mondo, che peggiora giorno per giorno è terrorismo. I terroristi e gli amici dei terroristi che lavorano con un duplice stipendio: quello dai terroristi e l’altro rappresentato dalle tasse della gente. Ci sono infiltrati da per tutto. Siamo sfidati dai terroristi che combattono per i diritti umani e sono “diritti loro”. Se i mass media diventano un mezzo per i terroristi, quale democrazia possiamo sperare? Conosco giornalisti onesti che lavorano giorno e notte senza aspettare né il denaro né il potere, ma semplicemente la soddisfazione professionale. Ci sono poi alcuni che lavorano perché non trovano un altro lavoro. Conosco per nome le persone, le agenzie di comunicazione e dei canali radio-televisivi che a loro volta mangiano a carico delle tasse pagate dalla gente che giustifica gli attacchi terroristici e le loro motivazioni. Se è così, quale “libera stampa” può diventare la voce di un popolo?
2. Da chi dipende il media
Noi speriamo ancora in una libera stampa. Ma la stampa è veramente libera? I giornalisti sono veramente liberi? Bisogna analizzare bene. Oggi nell’economia non c’è monopolio degli stati, invece abbiamo, per esempio l’economia aperta. e globalizzata (anche se quelli già hanno dimostrato i punti deboli nel condividere i beni, facendo crollare l'economia globale). I proprietari delle grandi agenzie nazionali ed internazionali appartengono agli enti privati. Il primo aspettativa dei proprietari è quello della loro ricchezza (e non necessariamente quella intellettuale) e, naturalmente, il loro potere come piattaforma. Loro possono influenzare capricciosamente gli stati democratici. Forse, i mass media stanno diventando sovrastrutture dei governi democratici o già lo sono? Un singolo giornalista ha veramente “la libertà” di lavorare per il popolo, cioè la libertà di dare la voce al popolo? Il fatto che scaturisce da queste domande è che oggi la stampa è una proprietà di pochi ricchi, quindi è dei potenti. In un quadro così definito, quale libera stampa possiamo sperare? Visto che il primo ed ultimo fattore dominante, oggi è il denaro e quindi guadagno del potere (istinto naturale dell’uomo), un giornalista può lavorare per uno stato che trasmette le notizie e le informazioni all’interno dei parametri dati? Come un giornalista, che lavora per un’agenzia privata delle informazioni, di conseguenza lavorerà per soddisfare i bisogni della proprietà. Che male c’è? Sembra che stiamo trattando i dialleli? Se un giornalista scrive ciò che vuole il proprietario, il suo lavoro è assicurato e non abbiamo bisogno di dire quali conseguenze potrebbero accadere a colui che pensa di essere libero, che tenta di mantenere la dignità del proprio lavoro una dignità che gli viene dalla stessa società umana. I proprietari a loro volta pensano ai loro sistemi di appartenenza e assicurano i guadagni reciproci e null’altro. Prendiamo ad esempio la guerra in Iraq. Il presidente Saddam Hussein non aveva nessuna arma di distruzione di massa, ma lo scenario di quella famosa bugia, elegante, pronunciata dal più potente del mondo(almeno si pretende così), con l’aiuto di tutte le possibili manipolazioni retoriche, dei media ha portato tutto il mondo a credere (eccetto una minoranza internazionale che pensa liberamente) che fosse vera. Ma noi non dimentichiamo quella minoranza di giornalisti, anzi, direi quelle persone che vivono con dignità e soddisfazione e considerano la propria auto-stima. Questi non dipendono dalle medaglie, dalle promozioni e dalle regalie dei potenti o dalle persone che vogliano manipolare delle informazioni a proprio favore, essi veramente danno la voce a chi non c’è l’ha.
3. La libera stampa e il terrorismo
3.1. Canali internazionali, internet e la verità
3.2. Che cosa deve e non deve comunicare al popolo e chi le decide?
3.3. Le aspirazioni dei terroristi
3.4. Conclusione
Embora o artigo se defina como uma analise sobre a possibilidade de uma imprensa livre abrange outros fatores componentes do tecido humano:politica, ideologia e sociedade. Esta "tranversalidade" o torna rico de conteudo pelos diversos elementos que o constituem. Concordo que afrontamos uma realidade demasiado complexa, onde interesses variados se misturam a nobres objetivos, motivo pelo qual nao é facil encontrar com claridade sob qual senda caminha realmente a sociedade. Creio também que essa "confusao" sistemica é a que permite ao autor posicionar-se em uma critica obviamente negativa, no entanto o mesmo observa certos focos positivos em meio ao que poderiamos chamar "caos" social. Contudo, julgo que a sociedade sempre avança e, embora marcada por tanta ruina causada por seu sistema politico economico, a algum fim devera apontar. Oxala seja para o benficio de todos.
ReplyDeleteWagner Silveira
In general I found this article very interesting or should I say "lively". It's lack of affirmations and abundance of interrogations cause a kind of internal dialective which ends up being powerful. It leaves me at the same time satisfied and unsettled. The Main points (or questions in this case) are evenly spaced throughout the articles body beginning with the premise in the first line, one which I want to debate and which leaves me no other resolution than to keep reading. There are a number of immediate supporting examples to the premise and then the famous three punch attach for the knock-out. 1)Money in the most effective means for acquiring all other means such as power.2)In this situation is free journalism possible? 3)If Mass Media responds first to these means what type of democracy can we believe in? The conclusion is disconcerting, "Can Free reporting in today's culture really be the voice of the People?
ReplyDeleteJust a practical note, you repeat the word "Today" (oggi) six times in the first two parts. You could eliminate the second and the last "oggi" and it would probably strengthen the article.
Ryan M. Renoud o.Cist.
President
Pontifical Conference of the students of Rome.
ryanse@email.it
I was able to find good advice from your content.
ReplyDeleteHere is my blog ... all storage topics
Thank you.
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