Sunday, 13 September 2009

NUOVO BLOG DELLA VITA

Sri Lanka - by ARJTF

Ajith Rohan J.T.F.

Sembra che ci siano due dimensioni della vita. La prima è la dimensione costruita, programmata e determinata nei corsi millenari della storia umana nei vari SPEC; la seconda è la dimensione libera che fornisce a tutti coloro che hanno compreso qualcosa della propria dimensione SO, la possibilità della comprensione del proprio essere,diversa da ciò a cui siamo stati abituati e formati vivendo per necessità in un dominio “socio-politico-economico-culturale” (SPEC). Vale a dire, diverso da quella prima, ma non può negare quello dello SPEC, perché, quell’identità è la base del resto del processo della metamorfosi. Dalla prima dimensione, proprio per la sua determinatezza riguardo alla “vita dinamica”, uno può sentirsi volta per volta dall’interno del cuore della persona, i disagi tradotti in vari livelli: emotivo - affettivo o/e intellettuale e infine etico. Vi è qualcosa di diverso da ciò che è stato “tracciato” da qualsiasi SPEC, che sta al centro di qualsiasi essere umano. In questo modo la persona avrà spesso i problemi per scegliere le vie giuste e adatte. Da una parte in un dominio SPEC vi è un’esigenza necessaria di avere gli obiettivi per la vita. Da un’altra parte, gli obiettivi sono racchiusi nei domini SPEC, per chi ha problemi di scelta, gli sono imposti dal sistema SPEC stesso. In questo modo, tutti coloro che stanno all’interno di uno SPEC vengono categorizzati. Così, notiamo l’importanza del fattore SPEC. Grazie a questo, la persona assume un identità d’essere nel mondo. Un soggetto avrà un nome, cognome e un curriculum di vita. Ciò vuol dire che all’interno di un dominio SPEC, necessariamente uno costruisce una storia di vita vissuta categorizzata e classificata. Così, possiamo capire che la vita quotidiana di qualsiasi SPEC è guidata, compresa e dominata da queste categorie e classificazioni. Poiché, queste categorie e classifiche sono evidentemente e esplicitamente imposto in modo determinato da uno SPEC su tutti i soggetti, sembra che questa sia la vita?

La vita di un soggetto, d’altra parte, è irripetibile. Il fatto ora da notare è questo: è vero che l’identità è un fattore inevitabile e indispensabile; ma, come hanno notato per esempio i grandi pensatori e i fondatori delle religioni, la decostruzione della storia costruita è assai difficile, ma è possibile e impegnativo. Questo, richiede dall’individuo di prendere in mano la propria vita, quindi, utilizzando anche la psicologia, individuare chiaramente le proprie abitudini, gli atti che scaturiscano dall’amigdala, vale a dire, quelli abituati che scattano tempestivamente senza fermarsi a riflettere (salvo quelli che riguardano ai pericoli come fuoco, acqua o qualche cosa del genere) in maniera tempestiva (es. avere paura delle persone che uno non ha mai visto prima, o avere gli pregiudizi, fuggire dalle situazioni critiche ecc.). Ora qualcuno può domandarci, perché dobbiamo decostruire la propria storia? Se uno vive senza sofferenze, rimpianti, problemi gravi, una vita semplice e felice, è vero che non avrebbe senso di decostruire la propria vita. Invece se qualcuno ha bisogno al contrario, dovrebbe ripensare alla propria vita prendendola nelle proprie mani. Possiamo affermare con ciò che abbiamo detto fino a ora, che la cosiddetta “vita normale”, per noi è la costruzione da parte dei soggetti all’interno dei domini SPEC, quindi è la “vita dei sogni”. Ogni obiettivo ha un’origine SPEC. Ogni esperienza è una parte del soggetto che la sperimenta. Con questo possiamo affermare che la vita di un soggetto in questo mondo, in parte è costruita dal soggetto stesso (con le qualità congenite verificabili e non). In questo modo, gli obiettivi di un soggetto scaturiscono dal mondo creato dal soggetto però partendo da ciò che è disponibile nel dominio dello SPEC. Questo processo è un circolo dinamico in parte ripetitivo e d’altra, se un soggetto “vede” oltre lo SPEC, è sofferenza e per lui/lei improduttivo. Lo SPEC si gira SU se stesso usando, dominando e manipolando tramite la sua elite tutti i soggetti umani con il potere, denaro e la comunicazione manipolata. Se così stanno le cose: cos’è la vita? Che senso ha? Chi veramente può vivere la propria vita da libero? Chi sono i sognatori? Chi perdono il senso della vita? È possibile scegliere una via per la propria vita? Se la risposta è positiva, quali sono queste vie? Se non ci sono le vie o le vie sono semplici circoli viziosi, che dobbiamo fare? All’ora della morte, un sognatore, cosa possibilmente proverebbe? Ci sono tante domande di questo genere.

Il metodo

Il nostro blog della “filosofia della vita”, eseguirà le sue ricerche rispettando al mondo accademico e scientifico. Le presentazioni, però apparirà con un metodo libero per diversi fatti. Innanzitutto per evitare lo sfruttamento che può avvenire chiaramente per causa delle norme della protezione dei beni intellettuali da parte della legge italiana e in generale; vale a dire, i blog, non registrati possono essere rubati (i contenuti), perché non hanno eseguito l’ordine definito dalla burocrazia a pagamento. Così riportiamo se è indispensabile secondo i criteri nostri, solo il nome di autore e l’anno della pubblicazione. Se qualcuno vorrebbe avere le citazioni e le bibliografie complete, bisognerebbe fare una richiesta via e-mail. Questo però è un servizio che noi facciamo a coloro che hanno una testa quadrata, ossia, categorizzata. In generale Noi, come il nostro metodo, non preferiamo quei cosiddetti metodi scientifici e accademici che formano i cervelli per farli funzionare solo per ciò che è utile, e poi ad un certo punto mandarli in pensione. La maggior parte degli esseri umani vogliano sempre ripetere ciò che dicono gli altri o che hanno detto gli altri, coloro che hanno avuto l’autorità attribuita gli da un sistema SPEC (invito a non sbrigare e a definirci come anarchici), senza nemmeno pensarli, saperli e ragionali con critica. Hanno bisogno sempre di testimonianze e di prove tramite gli altri e così solo SI mettono in accordo. Le persone di questo livello si appoggiano alla maggioranza, a coloro che hanno il potere, denaro e prestigio e/o a qualcuno più avvicina alla propria idea e/o alla propria comodità o a qualcuno che è simpatico/a. Non, quindi, naturalmente alla corrispondenza universale della verità e alla giustizia. Questi principi e le verità, per loro sono inutili e/o le chiacchiere che non servono a vivere. In modo adamantino, il nostro metodo è uno libero, che non è necessariamente accademico e scientifico. Se ciò che noi vi facciamo conoscere tramite questo blog, non porta o non ha le testimonianze e le prove scritte da altri autori o non si può trovare nessun altro posto, provato, parlato o trattato da qualcun altro o qualche gruppo di scienziati o filosofi o altro genere di ricercatori; già questo sarebbe la nostra novità.

Conclusione

In questo modo vi invitiamo ad arricchire questo blog, con la vostra vita vissuta. Cerchiamo di comprendere più da vicino la vita di ognuno di noi, come dice Pareyson Luigi: «[…] il singolo, nella sua peculiarità irripetibile, non può essere momento di un processo: di qui la polemica contro l’annegamento dell’individuo nel processo dialettico. Il singolo non è immerso e ridotto nella totalità originaria, comunque questa si chiami, l’Essere, il Principio, il Tutto, o l’Uno. [Un soggetto umano, quindi, dovrebbe] esser fuori dai molti e dall’Uno, rompere ogni sistema logico e frantumare ogni monismo metafisico, proclamare l’apoteosi dell’unico, e cioè del singolo irripetibile e insostituibile, irriducibile e insopprimibile» (Studi sull’esistenzialismo,1943, pp. 40-41). La nostra non è una guerra che ha per obiettivi, di possedere le armi che può distruggere in pochi attimi i vicini e lontani e, se stessi, sognando di accumulare il potere e il denaro per tener sottocontrollo il mondo costituito da diversi SPEC; usare le parole con gli argomenti e luoghi comuni per convincere la massa per soddisfare i caprici dei squilibri mentali (potere, denaro e sesso) senza rispettare alcun codice etico; per non dare l’occasione per le persone giuste o togliere le cose giuste alle persone giuste, sfruttare le persone innocenti e vulnerabili; con poche parole, noi non intendiamo formare le persone che amano le guerre e le discordie, invece, in modo adamantino deliberiamo una società umana con diversi SPEC e diversi soggetti che rispettano reciprocamente la diversità e cercano l’onore vincendo la lotta per comprendere se stessi. Una società umana costituita dai soggetti liberi (non intendiamo i liberismi: psicologiche, sociologiche o politiche) che hanno vinto la battaglia di comprendere se stessi è il nostro obiettivo finale. Per questo, in modo adamantino richiede ai soggetti la “saggezza pratica” (teoria + pratica).

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WATER - Man, The Narrator

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