Wednesday, 4 February 2009

EDUCAZIONE, LIBERTÀ E GIUSTIZIA - By Ajith Rohan J.T.F., Rome


Ajith Rohan JTF

මිනිසා ස්වභාවයෙන්ම දැනුම නිර්මාණය කරන හා දෙන ලද ඕනෑම ප්‍රපංචයක හෝ අදහසක නව මාන දකින එකම සත්වයා වෙයි. අනෙක් සුවිශේෂ ලක්ෂණ අතර මිනිසාගේ තමා සහ ලෝකය සමග කරන සන්නිවේදන-සම්බන්ධතා වෙනත් අයුරකින් කිවහොත්, සිතීම, පැතීම, ඒ අනුව හෝ අවස්ථාවට අනුව ක්‍රියා කිරීම (චලනය, වෙනස්වීම, රූපාන්තරණය) සියලු දේට මුලික වේ. සන්නිවේදන-සම්බන්ධතා මුලාකෘත පෙළඹවීම් වශයෙන් මිනිසා තුල ඇත. ඒවා සාපේක්ෂ සංස්කෘති සහ ශිෂ්ටාචාර ඔස්සේ සීමා සහ හැඩ ලබා රිත්මානුකුල එනම් සියලු ස්වභාවික චලන සාපේක්ෂ සදාචාර නීති, රීති, පුරුදු, විශ්වාස ආදී මං ඔස්සේ කෘතිමාකාරයෙන් නමුත් මිනිසාට ප්‍රසන්න සහ හානි අවම කරන අයුරින් ක්‍රියාත්මක වීමට උදවු වේ. මේ අනුව, මිනිසා සංස්කෘතික පරාස තුල දැනුම නිර්මාණය කරන බව පැහැදිලි වේ. එසේම, මිනිසාගේ ජීවිතය පළමු සහ අවසාන පාසල වේ. නමුත්, මිනිසාට සංස්කෘතියෙන් සහ ශිෂ්ටාචාරයෙන් තොරව මිනිසෙකු විය නොහැක. ඒ ආකෘති සෑම පුද්ගලයෙකුටම සිය නිදහසට සහ සොයන සහ පතන දේට අනුව සාපේක්ෂ දිශානති වෙත යාමට උදවු වේ. මේ අනුව, මිනිසාගේ නිදහස ආරක්ෂා වන අධ්‍යාපන ක්‍රම පමණක් මිනිසාට වැදගත් වේ. 

Abstract:

Education, freedom and justice
We, human, by nature are “creators” and “innovators” of new knowledge. It is also necessitated by our very nature of relation, and communication. This is a universal principle which we share with the rest of the existence (without considering the visibility, invisibility, matter-energy and quality of existence). But the human communication is something peculiar than any other relation we can individuate in the universe. Human beings, in any level “create” relative and relevant knowledge relative to his/her own inner and outer nature. The existence itself is a school for man. Human beings necessitate a long period of education and formation. Nevertheless, the education should be based on respect and on justice, otherwise, man becomes an automat. 

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EDUCAZIONE verso LIBERTÀ E GIUSTIZIA 

Conoscenza, privazione ed esistenza 

L’uomo, da quando ha cominciato a esistere in qualsiasi luogo su questa terra, ha avviato il processo della conoscenza partendo dalla propria coscienza, dall’esistenza dell’altro e dalla natura. Secondo la nostra visione del mondo la conoscenza inizia con il principio della “dipendenza”. Perché la dipendenza? Chiaramente perché nulla è autosufficiente. Tutto dipende da sé e dalle cose rilevanti della natura che circonda. Il sé e ciò che relativamente esiste sono perennemente in movimento, mutamento e cambiamento. L’esistenza è necessariamente un modo di comunicare e relazionare: per esempio, tra due molecole d’idrogeno e una di ossigeno nella comunicazione-relazionale formano una molecola di acqua. Quindi, la comunicazione-relazionale tra la natura vegetale, altri esseri viventi e esseri umani sta sulla base della vita sulla Terra. In questo modo possiamo notare 2 dimensioni importanti: dipendenza e comunicazione-relazionale. Queste dimensioni funzionano necessariamente in modo complementare.      
  
Or dunque, possiamo notare inoltre altri concetti che spiegano meglio questa situazione esistenziale della dipendenza: la natura imperfetta, la privazione, la necessità, la curiosità, la sete per capire e per conoscere. La vita degli animali rispetto agli esseri umani è determinata. Essi non hanno bisogno di scoprire nulla. Si limitano a ciò che disponibile per natura. La privazione per gli animali diventa la cessazione della loro esistenza. Ma gli esseri umani sono dotati di alcune capacità ben precise. Grazie a queste facoltà dinamiche, l’uomo è in grado di superare le privazioni e imperfezioni della natura e della propria vita e vivere in una dimensione particolare ove la dipendenza, ossia la comunicazione-relazionale, è stata trasformata in esistenza umana.

La conoscenza e l’esistenza   

La conoscenza si comincia dai bisogni primari degli esseri umani (alimentazione, abbigliamento, abitazione e cura). I bisogni spirituali in generale (non  necessariamente religiosi comunque un elemento rilevante della natura) sono legati alla dimensione complessa della dimensione psicofisico-emozionale. Ora, comprendiamo la struttura elementare degli esseri viventi, cioè, la vita individuale, sociale, emotivo-affettivo, procreazione e morte. Queste dimensioni a loro volta creano le dipendenze a ragnatela. Perfino l’ameba che ha per natura la procreazione autonoma, ha bisogno del cibo e un ambiente adatto costituito da elementi diversi e rilevanti per la propria esistenza. Da tutto ciò che abbiamo visto, possiamo dedurre due modalità di conoscenza: rilevante naturale e critico-creativo.

Il primo tipo, cioè la conoscenza relativamente e necessariamente strutturata in ciascun essere vivente è congenita(analogamente si può dire data come un sistema operativo di un computer). Questa conoscenza è relativa. L’esistenza relativa con conoscenze congenite è già un modo naturale di insegnare da parte della natura rilevante. Così possiamo notare che qualsiasi esistenza è costituita da elementi impensabilmente e indicibilmente vari e per la loro funzionalità è dotata di relativi meccanismi di comunicazione-relazionale. Ciò vuol dire che ciascun elemento esistenziale contiene già di per se stesso le informazioni per quanto concerne la comunicazione-relazionale, ossia dell’esistenza. In questo modo possiamo affermare che la vita è naturalmente la scuola per eccellenza della comunicazione-relazionale. 

L’uomo e la conoscenza   

Abbiamo visto che la natura è costituita da elementi diversi per forme e funzionalità. Questo vuol dire che la differenza qualitativa, la diversità costitutiva e quantitativa sono la fonte della conoscenza. Eccetto gli esseri umani, tutto il resto del regno animale ha la conoscenza indispensabile congenita. Inoltre, hanno bisogno di pochi minuti per essere indipendenti nel movimento ed eventualmente altri brevi periodi (rilevanti) per raggiungere la piena autonomia. Diversamente da questa natura l’uomo nasce come un essere inetto. Ha bisogno di una formazione molto lunga e di un costante e progressivo processo di adattamento al proprio ambiente e alle situazioni. In questo modo, ogni essere umano diventa relativamente autonomo nella sua dinamica non immediatamente o dopo una certa formazione della scuola o/e altri istituti di formazione ma lungo il periodo della sua esistenza. Un essere umano impara e crea il sapere lungo tutto il periodo della sua esistenza.

Il metodo della creazione della conoscenza

L’uomo per natura è determinato a “creare” le nuove conoscenze rilevanti e relative. Lo fa partendo dal proprio sé e dall’ambiente circostante. Noi a questo punto ricordiamo per rispetto l’affermazione di Aristotele per quanto concerne questa natura rilevante di creare conoscenza; dice lo Stagirita che la natura per sé è perfetta, ma perfezionabile per continuum da parte degli esser umani. Il metodo che noi abbiamo riconosciuto è quella della alternativa che a sua volta è costituita dalla visone dialettica e creativa (il nostro libro scritto in lingua inglese su questo argomento e metodo sta per finire, quindi, non approfondisco in questo breve articolo). In questo modo, dunque, possiamo comprendere la visione critica del mondo da parte degli esseri umani per creare eventualmente le nuove conoscenze in vista di migliorare la vita umana sulla Terra e nell’universo.

Essere limite e la possibilità della conoscenza.

Ogni essere nel mondo ha un’identità. Questa identità è costituita dalla forma, dalle qualità attive e potenziali e dalla quantità. Questa caratteristica formale (limite-forma) facilita l’identificazione delle diverse dinamiche attive e potenziali di un essere (di qualsiasi tipo incluso gli elementi chimici). Ogni essere è un mondo attivo e ha le potenzialità relative da scoprire. D’altra parte ogni elemento ha una dinamica (dinamica = cambiamento, mutamento e movimento) propria. Ora, come abbiamo detto sopra la “dipendenza”, scaturisce dalle “privazioni” relative dei soggetti. Abbiamo detto anche la natura è perfetta ma perfezionabile. D’altra parte nulla è autosufficiente. Tutti hanno bisogno di qualcosa dagli altri e dall’ambiente. In questo modo, l’esistenza sulla Terra è il modo più perfetto per creare le nuove conoscenze e mondi possibili.

Che cos’è l’educazione?

Il termine italiano ha il suo senso preciso della formazione metodico comportamentale, quindi, dell’etica e della morale. Ricordiamo l’osservazione di Hobbes: nella dinamicità impulsiva gli esseri umani come tutte le altre cose possono creare liberamente gli scontri violenti. Per questo Hobbes propone una figura paterna come Leviatano (paternalismo politico). Invece, se gli individui sono formati nella famiglia, nella comunità e dalla società di appartenenza con l’etica del rispetto reciproco, cioè, il primo passo inevitabile per una società democratica, tutto risolve con più facilità. Si possono aggiungere alla formazione anche delle norme morali relative a vari istituti dell’area geografica (religione, tradizione, civiltà ecc). In questo modo ciascun individuo viene riconosciuto per quello che è. L’educazione è dunque la piattaforma più importante per ciascun individuo per vivere la propria dinamicità col rispetto a sé, agli altri e alla natura. D’altra parte, l’etica del rispetto qualitativamente universalizza la vita dinamica della persona con gli atteggiamenti democratici. Vale a dire, educazione al rispetto reciproco è l’unica strada per il nuovo umanesimo mondiale.    

 Perché l’educazione (etica)?                                  


La natura, inclusa quella gli esseri umani, è dinamica. Con il termine dinamico noi intendiamo il movimento, il mutamento, il cambiamento dei fenomeni. Come ha notato Thomas Hobbes prima di scrivere la sua opera principale “Leviathan”, nel movimento dei fenomeni elementi e corpi s’incontrano e scontrano e fanno i danni a vicenda. Così anche gli esseri umani nel loro ”stato naturale” impulsivo fanno lo stesso. Quest’osservazione di Hobbes è importante e rilevante nella formazione e nell’esistenza. L’uomo nella comunicazione-relazionale dovrebbe sapere necessariamente rispettare limiti propri, altrui e della natura. Come abbiamo visto la comunicazione-relazionale è costitutiva  della nostra esistenza, ma abbiamo bisogno anche di regole, norme, usanze, tradizioni ecc per vivere con meno scontri. D’altra parte, essendo dipendenti dagli altri abbiamo bisogno degli altri quindi, abbiamo bisogno dell’educazione. Aristotele dice che se uno è autosufficiente dovrebbe essere o una belva oppure un dio. 

WATER - Man, The Narrator

WATER - Man, The Narrator
"No man threfore No world".